AMMINISTRATORE PROFESSIONISTA
O CONDOMINO?
Parte I
Tutte le associazioni di amministratori immobiliari sono d’accordo
su questo punto: l’amministratore deve essere “esterno”
al condominio.
Potrebbe terminare qui questo paragrafo, sennonché
avrei qualcosa da dire anch’io. E’ ovvio che tutte le associazioni,
tutelando gli iscritti, debbano esprimere un parere favorevole agli amministratori
professionisti pena la perdita di tutti gli associati! Ed è questa
una prerogativa di tutte le associazioni di categoria esistenti.
Parliamone invece con imparzialità.
Con il passare del tempo la
nostra società si è evoluta così tanto che anche
nel campo delle amministrazioni di condominio le conoscenze necessarie
per operare bene sono tante e così varie da consigliare il ricorso
ad un professionista nei confronti di un condomino dilettante che magari
di professione fa il barbiere o il sarto! Bisogna avere conoscenze legali,
tributarie, contabili, di approvvigionamenti, psicologiche e comunicative
…
Quindi non basta essere avvocato o fiscalista o ragioniere o responsabile
di ufficio acquisti o psicologo-sociologo, in quanto ognuno è ben
specializzato, ma su una piccola parte di quello che serve. Ed allora
occorre una persona con un buon livello culturale che con costanza studi
tutti gli aspetti legati all’argomento “condominio”
da tutti i punti di vista possibili, studiando le leggi correlate, ma
senza prendere una laurea in giurisprudenza, studiando i principi di contabilità
applicabili, senza diventare per questo esperto ragioniere, e così
via dicendo.
E come si può quantificare il sapere che un amministratore
deve incamerare per considerarsi tale? Bene, sappiamo che un avvocato
deve frequentare un corso di laurea di circa quattro anni sostenendo numerosi
esami più tesi finale per diventare tale, un dottore commercialista
ha un percorso analogo, uno psicologo anche, forse il ragioniere studiando
solo i cinque anni della scuola secondaria che nel contempo forma anche
il livello culturale generale è quello che tutto sommato dedica
meno tempo alla formazione professionale.
Bene, quanto deve studiare (parlando
sempre di formazione teorica) un amministratore di condominio? Presto
detto: egli deve frequentare un corso presso qualunque associazione di
categoria dove mediamente esso consiste in una lezione di 2 ore a settimana
per circa 3 mesi con un esamino finale (vedi ad esempio i corsi dell’associazione
ANACI).
Esistono anche dei corsi intensivi, per chi ha particolarmente
fretta, dove si studia per sei ore al giorno per una settimana!
Tutto qui. Certo, questa è la base, la teoria. Dopo, l’esperienza,
necessaria in tutte le professioni, determinerà la professionalità
della persona.
Allora per la scelta di un amministratore, quali sono i
prerequisiti sui quali i condòmini devono basarsi per la scelta?
L’appartenenza ad un’associazione? Il numero di condomìni
amministrati? Il tempo di pratica della professione? Se fosse così,
chi inizia e deve prendere il primo condominio, non lo otterrebbe mai!
E non diventerebbe mai un amministratore…
In più io sono
convinto che un amministratore alle prime armi, possiede senz’altro
le conoscenze più recenti perché studiate da poco, possiede
tutto l’entusiasmo di chi inizia una nuova attività, possiede
anche tutto il tempo necessario per dedicarsi ai primi condomìni
con un’applicazione e una dedizione che chi amministra trenta o
quaranta condomìni da anni non ha certo tra le sue prerogative!
Ed anche se commetterà qualche sbaglio iniziale, secondo me non
sarà mai così disastroso come può essere un amministratore
ben avviato che ormai si crede un dio della professione, ha pochissimo
tempo da dedicare a ciascun condominio e crede che tutto ciò che
fa e decide non possa essere contrastato da nessuno.
In tale situazione
sbagliare è facile e non per poca conoscenza, ma per superficialità
e disinteresse.